Si tratta di un libro illustrato, edito da Stamperia del Valentino e a firma di Massimo D’Antonio, che parla delle magie che avrebbe operato a Napoli lo mago Virgilio, personaggio emblematico che ebbe origine durante l’alto medioevo, le cui leggende, al di là della loro aura fiabesca, rappresentano forse la parte più intima della complessa vicenda religiosa partenopea. Tramite questo libro, che sarà distribuito ai partecipanti a titolo gratuito, intendiamo divulgare la conoscenza delle fonti storiche e una serie di luoghi-simbolo legati ad antichissimi racconti che hanno tutti un fondamento storico che affonda le sue origini in lontani culti pagani di origine orientale, la cui trasmutazione in senso cristiano è avvenuta tramite quella misteriosa ed affascinante figura che è stata appunto il “Mago Virgilio”.
Durante l’incontro con l’autore, che avverrà nella splendida biblioteca del più antico tribunale di Napoli, si parlerà anche dell’insigne patrimonio libraio custodito in Castel Capuano e del manoscritto di “Cronaca di Partenope”, da cui trae origine la nostra storia.
“Cronaca di Partenope” e i luoghi vergiliani
“La Mosca d’Oro” ricalca sostanzialmente le leggende di Virgilio Mago narrate in “Cronaca di Partenope”, un manoscritto di cui una rarissima copia è custodita in biblioteca. Tale codice fu redatto a Napoli intorno alla metà del XIV secolo in una lingua italiana ancora in embrione, e contiene, come alcuni studiosi hanno rilevato, moltissimi riferimenti utili per interpretare l’intricata storia della nostra città. Analizzando i passaggi contenuti in tale Cronaca e confrontandola con le testimonianze che le successero, sono stati quindi identificati sul comprensorio urbano una serie di luoghi legati direttamente e indirettamente al culto di Virgilio a Napoli. Si tratta di strade, chiese, montagne, castelli, palazzi, gallerie, spesso localizzati in “punti limite” di insediamenti antichi. Alcuni sono regolarmente visitati dal pubblico, ma la maggior parte di essi, pur essendo di grande interesse storico e artistico, sono tagliati fuori dai flussi turistici. (Uno dei luoghi più emblematici è appunto il Castel Capuano, dove il mago avrebbe posto una Mosca d’Oro a guardia della città contro le invasione degli insetti nocivi.)
Scopo trasversale del progetto, quindi, è dotare di nuova linfa anche queste memorie, oramai quasi del tutto disgregate, dare così un senso alle fonti documentali e tanti monumenti che dopo essere stati un preciso riferimento culturale per intere generazioni rischiano oggi di restare muti per sempre, schiacciati dai clacson delle auto e dall’indifferenza.
Il culto di Virgilio a Napoli
Origine del tutto è la “Tomba di Virgilio”, posta, come affermano le fonti di età tardo-antica, “a metà strada tra Napoli e Pozzuoli”, ossia nel Parco Vergiliano a Piedigrotta.
Siamo intorno al IV secolo d.C. In quel tempo si stava strutturando, sulle spoglie della religione pagana, la nuova fede cristiana, e siccome nella IV Egloga delle Bucoliche Virgilio parla dell’avvento di un puer che avrebbe riportato l’uomo l’Età dell’Oro, i Padri della Chiesa videro nel poeta un profeta di Cristo. Virgilio fu quindi santificato e il suo sepolcro napoletano divenne a poco a poco meta di pellegrinaggi. Chiamato dunque a traghettare il difficile trapasso tra le due fedi, la figura di Virgilio inizia ad assorbire antichi rituali pagani per trasmutarli in chiave cristiana, un processo che termina intorno all’anno Mille con il disgregamento del culto di Virgilio-santo e il suo recupero in veste letteraria. Gli antichi segni magici sparsi per la città, residuo della fede pagana ancora viva tra la popolazione e attribuiti ad un più complesso disegno alchemico del poeta-incantatore, furono bollati di negromanzia e il mago che li aveva evocati fu avvolto dalle fiamme dell’inferno.
Caratteristiche e linguaggio utilizzato nel libro “La Mosca d’Oro”
Le antiche cronache che hanno trasmesso i “miracoli” che operò Virgilio-mago a Napoli sono state tramandate in maniera non dissimile a quella di una fiaba (si racconta… esisteva un tempo….si dice che). In armonia con questa vigorosa ed efficace forma di espressione, l’autore del libro ha deciso di utilizzare lo stesso linguaggio, anzi di ampliarlo, corredando il testo con illustrazioni ambientate in un mondo senza né spazio né tempo: una Napoli fantastica sospesa tra cielo e terra che riproduce lo stesso scenario mitico dove operò Virgilio-mago. Una scelta coraggiosa, in quanto indica un utilizzo concreto delle fonti archivistiche antiche (la loro trasformazione in un libro), e nello stesso tempo in linea con il sistema comunicativo prediletto dai più giovani, cui è in parte diretta l’opera, solitamente lontani da queste tematiche che affrontate con un ciglio accademico possono risultare quanto mai barbose e petulanti.
Struttura dell’opera
Il volume è stato strutturato per rispondere a diverse esigenze. Come già detto, attraverso la metrica della fiaba sono esposti i vari processi storici con cui Virgilio divenne, nella città di Napoli, prima un santo dotato di virtù taumaturgiche e oracolari (in quanto annunciatore del Cristianesimo), poi un negromante, avvolto dalle fosche tenebre della stregoneria. Parallelamente, attraverso una sezione esplicativa (rappresentata da un nonno che racconta delle storie fantastiche al nipote), sono invece trattati i significati più reconditi delle leggende virgiliane, gli aspetti storico-geografici in cui sono ambientate, la riconoscibilità dei luoghi, che cosa è rimasto e dove è confluita la tradizione.
Se da una parte, quindi, l’opera, attraverso un vigoroso invito alla lettura, si propone di svolgere un’azione di recupero culturale; dall’altra, tramite l’affermazione della memoria storica della città – quale valore condiviso sul quale fare leva per collocarla nel presente del suo divenire – essa può essere considerata anche una vera e propria guida insolita di Napoli, e come tale utilizzata svolgere la sua funzione di accompagnamento ai viaggiatori alla ricerca di nuovi stimoli.
Gli argomenti trattati.
I temi trattati nel libro sono distribuiti per leggende. Ogni leggenda ha come filo conduttore la già citata “Cronaca di Partenope”. Tale descrizione è però utilizzata come elemento coreografico, piuttosto che come mezzo narrativo. Viceversa, sono in primo piano i seguenti luoghi legati al culto di Virgilio a Napoli: la Grotta di Fuorigrotta, il Castel dell’Ovo, il Duomo, i ruderi della Chiesa di Santa Maria ad Agnone, Napoli sotterranea, Via San Giovanni a Carbonara, la Chiesa di San Giovanni a Mare, la Chiesa di San Giuseppe dei Ruffi, la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli detta anche Santa Maria delle Mosche, la Chiesa di San Gennaro all’Olmo, Via Forcella, il Castel Capuano, gli Scavi archeologici di San Lorenzo Maggiore, la Piazza San Domenico Maggiore, la chiesa di Sant’Eligio Maggiore, la chiesa di Sant’Antonio Abate, il Palazzo Maddaloni, il Camposanto delle Fontanelle, la cosiddetta Scuola di Virgilio a Posillipo, Tomba di Virgilio.
Si tratta di strade, chiese, castelli, palazzi, gallerie, ossia “punti limite” della città antica. Alcuni di questi luoghi sono regolarmente visitati dal pubblico, ma la maggior parte di essi, pur essendo di grande interesse storico e artistico, sono tagliati fuori dai flussi turistici. Né più né meno delle nostre biblioteche cittadine, che con questa operazione culturale si spera possano ritrovare parte della loro antica funzione aggregativa e pari dignità.
Se vuoi vivere, attraverso un attento ed evocativo racconto, le vicende dello Mago Virgilio seguici nel percorso narrato che ne evoca le gesta QUI
Info e prenotazione obbligatoria 081.5643978 – 340.4230980
Lascia un commento