MAMMA piccole tragedie minimali di Annibale Ruccello
con EVA DE ROSA
Complesso di San Domenico Maggiore
con il patrocinio del Comune di Napoli
Assessorato alla Cultura e al Turismo
Annibale Ruccello è senza ombra di dubbio la voce più interessante della seconda metà del XX secolo, i suoi drammi, possono ricollegarsi a Genet, Beckett, ossia al teatro della malattia e del malessere, ma è sicuramente nel teatro di Viviani che compaiono i primi sintomi di questa devianza, ed è per questo che benché le sue opere sono presentate come teatro dopo Eduardo, è da sottolineare che è con Viviani, e non solo, che Ruccello costituisce uno dei primi gradini del suo consistente substrato culturale.
“Mamma” piccole tragedie minimali, è l’ultima opera messa in scena da Ruccello nel 1986, sono tre donne, tre mamme per l’appunto che non riescono a confrontarsi con l’esterno perché “ingabbiate” in un mondo che le rende uniche protagoniste. Come Viviani è definito un “grande conoscitore della psicologia femminile”, anche nel teatro di Ruccello si tracciano dei profili psicologici molto analitici in cui l’universo femminile è centrale nella rappresentazione dei drammi. Entrambi nati a Castellammare di Stabia, questi autori sembrano attingere dai vicoli e dai personaggi partenopei, l’umore e l’humus sanguigno che li caratterizza.
Le tre microstorie si intervallano con musiche e poesie tratte dal Viviani, che per scelta sono contestualizzate ai monologhi di Ruccello, così da creare una forte sinergia tra i due autori. Sotto ogni storia si nasconde un elemento tragico, talvolta amaramente ironico, tale da rende queste madri ancora più complesse di quanto si possa percepire nell’immediatezza teatrale.
Tutto lo spettacolo ruota in torno ad un elemento scenico fondamentale, un’idea geniale che la sua regista e interprete Eva De Rosa ha personalmente realizzato: un albero a forma di donna. La scelta non è casuale, ma dettata da due elementi importantissimi: esigenza scenica su cui adagiare i costumi dei tre personaggi interpretati e creare una scenografia, minimale come lo stesso Ruccello amava, ma contestualizzata al lavoro da svolgere. L’albero, è il simbolo archetipo dell’individuazione nella vita che cresce e quindi risponde alla tematica di “Mamma”, una Madre Selvaggia, visione sicuramente pagana, ma proposta al pubblico, in contemporanea con l’ascolto di una dolcissima preghiera cristiana in latino dedicata alla Madonna, la Mamma delle mamme. Ogni microstoria inizia e finisce dall’albero, tre donne, tre mamme, tutte interpretate da un’unica attrice Eva De Rosa, che al di là del costume indossato, racconterà attraverso, mimica, gesti e parole, i singoli drammi che a tratti potranno risultare anche amaramente ironici.
Tre monologhi:
“Maria di Carmelo”, la vita di una donna ospite di un manicomio perché convinta di essere la Madonna.
“Mal di denti”, tratto da “Notturno di donne con ospiti”, ovvero una mamma che nella sofferenza di un mal di denti, nel giorno del Venerdì Santo, scopre che la figlia Adriana è incinta. Le sue considerazioni spaziano dal senso comune di vergogna/rabbia al rifiuto del pensiero di scendere di un gradino sociale, dovendosi imparentare con il figlio di un operaio, e terminano con una tragedia, il suicidio della figlia.
Ed infine, “La telefonata”, una Mamma che si preoccupa dei massimi sistemi dell’umanità ovvero di telenovelas e di gossips.
Eva De Rosa in merito al lavoro svolto si è espressa dicendo: “tenterò di sbalordire ed inchiodare il pubblico in sala, con estrema semplicità ed umiltà, elementi fondamentali, che le tavole del teatro mi hanno insegnato in questi 25 anni di amore … spero di non deludere!”
A cura di MANI E VULCANI eventi
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