‘O RUSARIO spettacolo in prosa e musica liberamente tratto dalla novella “Il Rosario” di Federico De Roberto
di Giovanni D’Angelo

Lo Spettacolo
Primi anni del XX secolo – L’amministrazione dei beni di una famiglia blasonata è gestita da una “madre patriarcale” che si ostina a vivere e far vivere secondo i valori e le regole derivanti delle sue nobili origini; una casta che respinge all’esterno tutto quanto può attentare alla compattezza di un potere che si appaga nel suo stesso esercizio. Il suo essere “madre ferale”, vestita di nero con delle chiavi appese alla cintura, rimanda alla funzione di morte-prigione dell’habitat dove si svolge il dramma. Contro il forzato isolamento dell’intera famiglia nulla può la magia del giorno di San Giovanni, né bastano i poco velati rimproveri della governante o le notizie che arrivano dal “mondo di fuori”. Una figlia della baronessa recita: «Mammà se ne sta ‘nzerrata tutt’ ‘a juornata ‘int’ ‘a stanza soia… esce sulo quann’ è ll’ora d’ ‘o Rusario!». Il momento del Santo Rosario, quindi, si configura come unico spiraglio di partecipazione. Intrecciandone le formule e le iterazioni con la tragedia quotidiana dei protagonisti, il suo spazio liturgico diventa terreno su cui cresce il conflitto tra la parola portatrice di comunicatività umana e la parola stancamente ripetuta della litania rituale, desacralizzata e privata di ogni significato.